venerdì 12 luglio 2013

—unsaved., questa sono io, senza barriere, senza muri, nè difese, sempre un po' sola tra le sue parole.


E sarò sempre una di quelle persone un po’ perse, 
una di quelle che sognano anche ad occhi aperti, 
una di quelle che fissa sempre le punte delle scarpe, 
e che aspetta di essere tirata fuori dai suoi sogni. 
E che ancora ci crede che un giorno qualcuno verrà a salvarla,
a salvarla da se stessa, dai ricordi, dal passato che non la lascia andare.
Perché in fondo è di me stessa che ho un po’ paura,
delle mie incertezze, del mio sentirmi poco bella, del mio allontanare sempre tutti.
Ma scrivendo queste paure un po’ si placano, si nascondono, si fanno sentire un po’ di meno.
Scrivendo scendono le lacrime, per la consapevolezza del vuoto che mi scorre dentro,
che non mi lascia vivere abbastanza, che non mi lascia amare.
Che non lascia amare me, e nemmeno gli altri.
E finisce che le lacrime sono sempre accompagnate da canzoni,
da “a drop the ocean”, “echo”, “pieces”, e potrei fare un elenco.
Perché poi sono queste le cose che mi fanno andare avanti ogni giorno,
che mi donano l’amore che io non so darmi e che dagli altri non accetto.


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