domenica 12 giugno 2011

fammi un fischio quando ci capisci qualcosa. non siamo bravi a fare i finti innamorati, non siamo bravi a far nulla.


non siamo bravi a stare insieme, non siamo bravi a lasciarci in pace, non siamo bravi a far finta che non sia successo nulla e non siamo nemmeno bravi a fare gli arrabbiati. qui è cambiato tutto da quando non ci sei più, e son cambiati anche tutti i miei rimorsi che col tempo non si fanno nemmeno più sentire.nove mesi per innamorarmi, quattro giorni per lasciarti. è crollato tutto, è finito tutto. te li ricordi gli sguardi infiniti che mi piacevano? e i sorrisi sotto i baffi che nascondevano tante parole?
e te li ricordi i sogni inaccessibili e le promesse appartate?
tutta colpa delle mie lettere e del mio cestino pieno di fogli accattorciati.
sbricioliamo i pensieri senza tetto, liberi per la mente e puntualmente tu che centri sempre.
fammi un fischio quando ci capisci qualcosa. mi sono sempre impegnata in tutto ciò che ho fatto, ho dato sempre il meglio di me, e lo sò che non è bastato. c'è chi è meglio, per esempio, lei è meglio.
non ti critico, non ci riesco. non sono brava nemmeno a fare questo. non sono brava a fare finta di piangere, non sono brava a fare l'indiffirente. non sono brava in niente se di mezzo ci sei tu.
te le ricordi le frasi senza senso? 
credi che mi piaccia, credi che mi diverta. è cambiato tutto come le persone, come le cose. ma non posso andare dagli alberi a dirgli di non far cadere le foglie solo perchè le foglie che cadono non piacciono a me.
fammi un fischio quando ci capisci qualcosa. la gente è strana, inconsapevolmente tende a far soffrire gli altri. 
non voglio nessun'amica che mi capisca. infondo nessuno sà niente. mi dicevi che erano segreti, li ho tenuti per me. 
è crollato tutto, i ricordi, le nostre scenografie, le foglie.
non ci guardiamo, non ci salutiamo, non esistiamo nemmeno più. ci sono io che scrivo e tu che sorridi. e dopo tanto non ti odio ancora, come potrei. e ci spero ancora ma non lo dico a nessuno.
nove mesi per innamorarmi, quattro giorni per lasciarti. i castelli che mi costruivo in testa, tu che mi facevi sorridere e io che ridevo veramente. non ci conosciamo nemmeno più. non mi piace questo modo in cui siamo diventati sconosciuti, con questo qualcosa che ci trattiene a tornare quelli di prima. 
magari un giorno riusciremo a guardarci negli occhi e a non imbarazzarci. forse non ci prenderemo in giro e non ne saremo consapevoli. ma tanto non tornerai, e se tornerai non sarà di certo nel modo giusto.
da quando non ci sei più è cambiato tutto. oggi farò un regalo a me stessa, oggi mi ricorderò di te.
se tornassi ti prometto che ti amerei nel modo giusto. definiamo sbagliato o ingiusto tutto ciò che è brutto o che finisce nel male. 
siamo sbagliati? ci riempiamo di domande e poi cerchiamo le risposte, tra noi, con sguardi o sorrisi. per le strade, nelle macchine incastrate nel traffico, sulla scatola dei cereali la mattina. dove vuoi, tra noi. non le trovo le risposte.
pieni di contraddizioni, ricchi di eccessi. ci salverà solo la certezza di sapere che un giorno arriverà quel qualcosa e staremo bene.
l'intollerabile segreto di aver fatto le cose alla rinfusa, tutto al contrario. di aver cominciato a contare da otto e non da uno, di aver messo il topo ad inseguire il gatto, di esserci sfiorati e di non esserci girati, non è un rimorso.
qualcuno diceva che 'nulla è più dolce di una promessa da ricordare', oggi ho capito perchè.

se mi sedessi di fianco a te probabilmente mi saluteresti, e mi chiederesti 'come stai?'. allora io ti risponderei e forse inizieremo a parlare. e insieme ci ricorderemo dei sogni appartati, delle promesse ricche di eccessi, dei nostri sguardi senza fine e di tutto il resto. poi mi spiegherai il perchè del tuo comportamento, allora probabilmente io passerei i miei giorni a piangere e a pensarti. no. non mi siederò accanto a te.

se io sono viva e tu sei vivo, è un segno. se io ti guardo e tu mi guardi, è un segno. oggi sarò felice per questo.
stanza buia, sorridi, conosci la strada.

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