martedì 7 giugno 2011

Oggi ho provato ad annegare dentro una teiera.


S:“perché il passato non passa?”
M:“non chiederti la ragione, mai”
S:“forse passa rompendo bottiglie contro i muri” ...“per avere l’idea che non sei tu a romperti”

Mentre camminavo sentivo ancora il rumore di quel botto sordo contro il muro. E il rumore dei vetri frantumati sotto i miei piedi. Perchè non passa? Camminavo e non vedevo. Le macchine mi sfioravano. Sono più forte. Sono tua, quindi sei mio. Sentivo la suola delle scarpe assottigliarsi e più camminavo più sentivo il rumore dei frantumi diventare un brusio come se strisciassi i piedi contro la sabbia. Polvere. ecco cosa stava diventando il tuo passato. Tu sei mio. Mio. E le parole che volevo dirti sfondavano la mia schiena come ali. E tu tremavi ancora. Ti sei fermato. Hai ripreso fiato con gli occhi appannati. E bruciava la sabbia sotto i miei piedi. Niente. Non deve rimanere niente. nemmeno noi due.

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